“Invece di cogliere al volo e supportare i programmi dell’Aias, che potrebbero qualificare e dare lustro alla cittadina che amministra, il sindaco ha, in tutti i modi, anche i più meschini, manifestato il Suo assoluto ostruzionismo”. L’amministratore della Casa di Cura Spinelli Maurizio Arci non molla e sul Covid Hotel promette battaglia contro il primo cittadino di Belvedere, tanto da arrivare nelle aule di tribunale. Non usa mezzi termini quando scrive in una lettera appena fatta recapitare: “Ha sabotato l’utilizzo della storica Casa di Cura che potrebbe rappresentare una straordinaria risposta a un territorio povero ed affamato di assistenza e servizi sanitari. Ha ostacolato l’apertura di un Covid Hotel, incurante che in Calabria, e soprattutto nella provincia di Cosenza, si registra ancora un numero significativo di contagi”.
Alcune settimane fa in una lettera inviata alla Regione Calabria e al sindaco, nonché a tutte le rappresentanze in tema di pandemia, l’amministrazione della Casa di Cira Spinelli aveva comunicato l’apertura del Covid Hotel in forma gratuita, ospitando alcuni malati in quarantena obbligatoria. Apertura che avrebbe potuto evitare così l’ulteriore avanzamento della malattia in paese. Atto di per se onorevole, ma poco realizzabile, visto che per la sua fattibilità ci vuole il via libera della Protezione Civile. Ente che già da tempo aveva espresso il suo diniego per l’apertura. Da qui la decisione di Arci di aprirlo sotto forma gratuita, considerati i costi e i servizi eccellenti presenti al suo interno.
A stretto giro di posta arriva la replica del sindaco Vincenzo Cascini. “Non è compito del sindaco decidere sull’apertura o meno del Covid Hotel – spiega il primo cittadino – come responsabile della salute pubblica e della sicurezza sono obbligato e tenuto a muovermi secondo le norme dettate dall’emergenza, perché è la legge che lo impone. A non voler l’albergo Covid non è stato Cascini – dice ancora – ma la Protezione Civile: la clinica non ha accreditamento e autorizzazione. Se si decidesse sulla riapertura, ben venga, ma le carte devono essere in regola con le leggi che tutti siamo tenuti a rispettare”.
Antonello Troya
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