Se c’è qualcosa da segnalare in merito ad un incontro di cui si ha conoscenza solo per il “sentito dire” (visto che la stampa non è stata invitata), è che ieri sera Maria Rachele Filicetti ha detto ai tanti presenti: “Io sono la candidata”. E basta. Con buona pace di Vincenzo Spinelli che dal tavolo dei candidati in pectore smanettava per dire esattamente l’opposto. E cioè che il candidato era lui e che chi avrebbe voluto far parte del gioco avrebbe dovuto discuterne. A supporto dello “Spinelli-pensiero” anche Stefania Scoglio, anch’ella al tavolo dei grandi. E anche lei, con Vincenzo Carrozzino (assente giustificato) in attesa di trovare una collocazione che sia prima di tutto congeniale ad una eventuale elezione. 

Giochi già fatti? Forse. Ma al momento il centrodestra si trova fortemente sbilanciato verso Vincenzo Cascini, che ha trovato il sostegno di Forza Italia e del mondo dell’associazionismo, e che si riconosce nel sindaco defenestrato. 

Parte della sinistra con Belvedere “Cambiaverso” ieri era presente all’incontro. Ma la candidatura di superamento di colore politico, che avrebbe dovuto essere ricoperto dalla Filicetti, è fallita dietro un concitato divenire di populismo misto a liberale, tipico del berlusconismo più arcaico. Circostanza questa, per chi è vissuto a lotte proletarie, non è andata per niente giù. Boccone difficile da ingoiare anche per i meno nostalgici del “bandiera rossa la trionferà”. Insomma tutto ancora da decidere. D’altra parte mancano ancora due mesi alle amministrative. Un mese circa per la presentazione delle liste. Tanto tempo anche per chi è in procinto di fare il salto della quaglia. Al momento l’unico insoddisfatto è Vincenzo Spinelli: ha posto la firma alla sfiducia a Cascini per una eventuale (almeno lo pensiamo noi) candidatura a sindaco. Ma la prospettiva sembra sfuggire di mano: la macchina messa in moto dalla Filicetti è già rodata. E Spinelli sembra sempre più solo a fermarne la corsa. 

Antonello Troya

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