Comincia a diventare un vero e proprio mistero il “Ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale del Bilancio comunale”, altrimenti definito “Pre-dissesto”. Approvato in data 10 settembre 2021 dal Civico Consesso, la relativa proposta deliberativa era comparsa quasi d’improvviso nell’ordine del giorno di quella seduta. Il fatto singolare, forse unico nella storia democratica degli Enti locali, fu che la sua stessa approvazione avvenne dubito dopo aver resa eseguibile la Delibera di approvazione del “Bilancio di Previsione 2021 e Previsionale 2021-‘23”! In parole molto povere, come si può approvare una delibera di Bilancio di Previsione con gli Equilibri raggiunti, — tra l’altro accompagnata dal parere ultra negativo del Revisore –, e, subito dopo, contraddirsi clamorosamente approvandone un’altra che ricorre alla procedura del Pre-dissesto per l’impossibilità di <equilibrare> i conti, a causa di un indebitamento irrisolvibile? Ma di cosa stiamo parlando? Di patate fritte? Di fronte al notevole ritardo accumulato dal Ministero dell’Interno e dalla Sezione Regionale della Corte dei Conti nel dare una risposta di <si> o di <no> alla richiesta del nostro Ente, di giovarsi delle procedure di “Riequilibrio Finanziario Pluriennale delle Casse comunali” per far fronte all’indebitamento rilevato, ci sarebbe veramente da stare poco allegri! Intanto, fin dal 10 settembre scorso, il Bilancio comunale è posto virtualmente “sotto sequestro”. Le sole spese autorizzate sono quelle relative ai servizi primari ed essenziali. Per questi motivi, non si è potuto ricorrere all’utilizzo di risorse interne per il prelievo della sabbia dall’imboccatura del Porto. Abbiamo più volte considerato il Pre-dissesto, subito dopo la sua approvazione, la scelta più inopportuna e nociva che si potesse elargire alla nostra città! L’accesso al “Fondo di Rotazione”, per come previsto nel “Piano di Risanamento”, redatto dall’Ente, altro non è se non un prestito chiesto allo Stato e, quindi, un ulteriore <indebitamento>. I cittadini, residenti e non residenti, sono chiamati a metterselo sulle loro spalle, inesorabilmente, per una durata di 10 anni. Precisamente, dal 2021 al 2030. Per poter far fronte a questa incombenza, il Comune non può che deliberare le Aliquote e tariffe dei tributi nella misura massima consentita. E’ tenuto ad assicurare la copertura massima dei costi dei servizi a <domanda individuale>. Ad assicurare, tramite l’innalzamento delle relative tariffe, la copertura integrale dei costi di gestione del Servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e del Servizio acquedotto. A tenere sotto stretto controllo le dotazioni organiche dell’Ente e, quindi, l’assunzione di personale. Ad adottare vincoli rigidissimi sulla Spesa ordinaria, con l’obiettivo di ridurla drasticamente già nei primi 5 anni del “Piano”. A mettere in vendita tutti i Beni Patrimoniali dell’Ente, disponibili e non indispensabili per i suoi fini istituzionali. Una cura di dimagrimento, pertanto, non di poco conto, che cambierà sostanzialmente la qualità della vita in città e, soprattutto, autorizzerà gli amministratori a rimettere le mani nelle tasche dei cittadini! Ci sarebbero state delle soluzioni diverse? Sicuramente Si! Ma a decidere è stata la consulenza esterna costata all’Ente 12 mila Euro, piuttosto che una saggia valutazione politica e amministrativa! Ma, a tal punto, subito dopo la più che legittima partecipazione a cerimoniali pieni di effetti scenici e studiate scenografie. Un minuto dopo l’effettuazione di roboanti e solenni proclami di cose che, puntualmente, non vedono la luce. Dopo aver saziato l’oceanica ingordigia di qualche “caporal maggiore” per l’apparire”, non si potrebbe trovare il tempo per informare i cittadini di cose più serie e, tra tutte, il perché del ritardo di approvazione della Richiesta e le ragioni della gogna tributaria che li aspetta per 10 lunghi anni? Della quale, il primo assaggio è stato fornito con l’aumento epocale di oltre la metà della “Spazzatura 2021”?
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