Fango e detriti a Belvedere. Le responsabilità del Consorzio Valle Lao e del boom edilizio

Prima o poi la natura ci porta il contro. Ed è arrivato puntuale. Chi se lo sarebbe aspettato che stanotte scendessero oltre 93 millimetri di pioggia nel giro di poche ore. È stata una vera e propria botta d’acqua che ha interessato buona parte del Tirreno Cosentino e Belvedere in particolare. La zona più colpita Vetticello-Castromurro, da non sottovalutare la zona Calvario, il parco Marina 2 e altre zone da sempre a rischio di frane. 

A farla da padrona i risultati di una scellerata campagna edilizia che ha privilegiato i pochi imprenditori a danno dei naturali corsi d’acqua. In questi ultimi 30 anni a Belvedere è successo di tutto. E anche il suo contrario: se da una parte si è registrato un boom edilizio dall’altra, a farne le spese, i corsi d’acqua e le riserve naturali che circondavano e facevano parte di quel sistema che difendeva il territorio dal rischio idrogeologico. Stanotte in particolare, il canale del Consorzio di Bonifica che provvede a rifornire di acqua i terreni sovrastanti la zona del Vetticello, per intenderci dietro le Caravelle. Stretto tra chiuse artificiali, detriti e fango, stanotte è fuoriuscita tanta di quella melma che ha coperto tutta la zona arrivando persino sulla statale 18. Fango e detriti nelle abitazioni, negozi, bar, e tutte le strutture presenti. A chi dire grazie? Naturalmente al Consorzio di Bonifica e ai rappresentanti di Belvedere che hanno il potere decisionale ma dimostrano, al contempo di avere la memoria corta. Sbadati si dimenticano di avere un paese, il loro, in balia dei disastri naturali. Una amministrazione puntuale nell’incassare le tasse e i tributi, ma smemorata quando deve dare risposte. E sono quelle risposte che la popolazione chiede ai consiglieri e a tutti i vecchi amministratori del ventennio, che hanno deciso che a Belvedere si debba soffrire delle bellezze della natura.

Antonello Troya



Categorie:Attualità

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