Uniti per Belvedere” nel potere di “Enrico IV” e nelle risposte che non si vogliono dare

Ci vuole oltre un chilo e mezzo di faccia tosta per presentarsi all’elettorato come il “nuovo”. Tre quarti di lista sono di ispirazione di “Enrico IV” e l’altro quarto, seppur nuovo, ricicla il vecchio pensiero di ispirazione comunista, quei Democratici di sinistra sfociati poi nel Pd. E chi comanda nel Pd è Riccardo Ugolino, che nella lista di “Uniti per Belvedere” ha pensato bene di farsi rappresentare da Ornella Talao. Ci scusiamo con la candidata a sindaco, Maria Rachele Filicetti, donna di elevato spessore politico, sociale e morale, ma presentarsi agli occhi dell’elettorato come il nuovo, ma con radici di vecchi amministratori, puzza di fregatura.  

Alla Filicetti chiediamo poche cose: cosa intende fare per i belvederesi cui gli uffici preposti hanno messo le mani nelle tasche e prelevato più del dovuto tra acqua, Imu, spazzatura, annessi e connessi. Ci dica cosa è successo nel ventennio “granatiano” di cui lei è stata protagonista e ora una autorevole rappresentante. Periodo storico che ha portato Belvedere sull’orlo del decadimento morale e sociale. 

Faccia outing, la dottoressa Filicetti: ci dica cosa ha fatto Spinelli (impegno e coerenza ma solo per i fatti suoi) quando ha gestito i rifiuti, i Filicetti e Liporace quando erano i superpotenti nei lavori pubblici. E ci risponda anche Ugolino cosa è accaduto quando è stato vicesindaco di Belvedere, se l’allegra gestione della “cosa pubblica” ha fatto da apripista al successivo decennio. Dica la Filicetti perché dovremmo ricordare Mario D’Aprile, Mario Caroprese forti sostenitori della sua compagine, con autorevoli rappresentanti in lista.

Sinora abbiamo sentito solo argomenti detti e ridetti, anche il “Brand Belvedere” citato da un aspirante consigliere di belle speranze. Nulla di più. Attediamo fiduciosi.

Antonello Troya



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