Se la candidata a sindaco Maria Rachele Filicetti, e i vassalli Vincenzo Spinelli, Mario Palermo, Alex Bavoso e tutta la schiera dei giovani rampanti di “Uniti per Belvedere”, sono a conoscenza di giornalisti al soldo di questo o quel candidato a sindaco, lo dicano dall’alto di un palco, facendo nomi e cognomi e segnalando il fatto all’Ordine dei giornalisti. Assumendosene le responsabilità, ovviamente. Altrimenti facessero un favore all’opinione pubblica. Togliessero il disturbo. Eh si… perché nel comizio di ieri, abbastanza scarno di presenze, i fascisti targati buonisti di “Uniti per Belvedere” invece di parlare di programmi, del futuro, di ciò che intendono fare per il proprio paese, se la sono presa con la stampa. Quella libera, quella che racconta i fatti. Quella che fa da cane da guardia ai loro inciuci di potere. Quella che scrive quando gli incarichi vanno sempre allo stesso studio tecnico o alla stessa impresa edile. Quella stampa, insomma che dà fastidio. E loro per tutta risposta invece di rispondere alle domande poste da questa testata, hanno pensato bene di glissare gli argomenti scottanti e di sparare nel mucchio. Vecchia strategia alla cattocomunista. Eh si, perché di ciò si tratta: di cattocomunisti della peggiore specie. Lo scrivente, per quanto cinico e sfrontato, ha solo riportato le “gloriose gesta” di una lista formata da persone che hanno un loro vissuto e che me ne guardo bene dal giudicare. Ma se entrano nel campo del “mettersi in gioco” allora devono anche aspettarsi le critiche. La verità è che nessuno vuole il cane da guardia. Nessuno vuole che si disturbi il manovratore.
Ma andiamo per ordine. Nei giorni scorsi abbiamo chiesto alla candidata a sindaco Maria RacheleFilicetti di fare “outing”: di darci risposte sull’attività portata avanti nel periodo dove anche lei ha ricoperto ruoli amministrativi. E siccome alcuni elementi sono in lista e appoggiano la sua compagine, i belvederesi volevano capire. Più che legittimo.
Nessuna risposta è arrivata dalla Filicetti che si dimostra ancora una volta codarda e lascia al nulla misto a niente, Mario Palermo e al candidato senza macchia e senza paura, Vincenzo Spinelli, il compito di replicare ma non con i fatti e con risposte, ma con attacchi. Cercando ovviamente di spostare l’attenzione su altro.
Abbiamo assistito al solito teatrino precostituito: alla vecchia politica che fa rima con compromesso. Mario Palermo ha mostrato il peggio di sé, ma d’altra parte che ti aspetti da uno vissuto all’ombra per favore politico. La politica del nulla di Palermo si è concretizzata , con lo “Spara cazzate” e il classico “giornalaio”, mostrando poco rispetto verso chi fa un mestiere duro come gli edicolanti. Ma a lui, al Palermo, nuovo razzista delle edicole (al confronto Salvini gli fa una pippa), piace mangiare nei piatti degli altri. È cresciuto all’ombra del potentato politico di sinistra di turno, e azzarda anche a dare lezioni.
Ma veniamo al caro amico Vincenzo Spinelli. Ieri l’ennesima boutade nei confronti di Cascini. Sta rasentando il ridicolo. L’amico Spinelli mi definisce “pennivendolo” e limita ad un “scandaloso” il mio operato. Lo stesso operato che una volta non puzzava. Tempi che cambiano.
Mario Palermo (il niente misto al nulla), il giovane Alex Bavoso (quello che parla del Brand Belvedere… caspita avevamo la soluzione e non lo sapevamo) e Vincenzo Spinelli (il Batman de “noiartri”), nel loro intervento dal palco, hanno liberato i cani della polemica e dell’arroganza di chi ha capito che entrare nel cuore della gente diventa difficile, soprattutto da chi deve usare una matita. Per avere quei cinque famosi minuti di notorietà hanno pensato bene di parlare del pennivendolo, giornalaio, scribacchino, stipendiato e scandaloso. Ma la stampa è misericordiosa. Anche nei confronti di chi sta comprando voti e viene definito “Mafioso”. Peccato che nessuno intervenga su questo argomento. Che tutti sanno ma che è meglio tenere a bada. Ah dimenticavo: qualcuno dicesse a Bavoso di smetterla di parlare del porto. Altrimenti vengono fuori gli altarini degli incarichi agli studi tecnici e alla sua gestione.
Antonello Troya
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