I retroscena delle amministrative hanno tutto il sapore del diabolico. Di chi, per esempio, vista la “mala parata” che si stava preparando, ha pensato bene di spostare i voti dalla candidata di “Uniti per Belvedere” a “Impegno Comune”. Eh si, perché ci sono voti che altrimenti non si spiegano. Consistenti pacchetti che hanno dato la possibilità di inquadrare candidati della lista di Impegno Comune e portarli in seno al Consiglio Comunale. Oltre a Ugo Massimilla sono entrati Francesco Cauteruccio e Emanuela Arnone. Cauteruccio, ingegnere, non ha mai abiurato il suo passato da esponente di sinistra. Ora rappresenta, a ben vedere, uno dei pochi titolati a rappresentare il Pd in seno al Consiglio. Cauteruccio ha raccolto voti in barba alle più rosee previsioni, che non si ritrovano in candidati della lista “Uniti per Belvedere”, (ad esempio Alex Bavoso, Salvatore Caroprese) e che invece si ritrovano in Luigi Liparoto di “Impegno Comune”.
La figura da battere era Cascini. E non si è risparmiato nessuno. Nemmeno uno scatenato Vincenzo Spinelli e una “fantasiosa” Maria Donato. Eh si, perché a dare una grossa mano a far perdere la brava professionista capolista di “Uniti per Belvedere” sono stati Vincenzo Spinelli e Maria Donato. Il primo che a furia di parlare di dissesto, di pompe e di tubi, di delibere e incarichi, ha fatto diventare simpatico e più forte il neo sindaco di Belvedere. Poche le argomentazioni, se non dettate da un rancore smisurato verso Cascini e verso la stampa. La Filicetti non ha saputo tenere a bada i suoi candidati, i quali, dall’alto dei palchi, hanno potuto dire tutto e il contrario di tutto. Mossa sbagliata. E poi c’è la mente strategica del gruppo di “Uniti”: quella Maria Donato, di professione avvocato, che ha indossato i panni di “consigliera” speciale della Filicetti. Ottima strategia, la sua, tanto che non si è accorta dei movimenti che avvenivano sottobosco ai danni della candidata a sindaco. La stessa “mente pensante” che aveva suggerito nel programma interventi nel turismo religioso, ignorando che la Diocesi aveva scaricato lei e consorte già da parecchi tempo.
A Belvedere con le elezioni del 12 giugno si è chiusa un’epoca. Hanno perso i Riccardo Ugolino, gli Enrico Granata, i Filicetti, Vincenzo Carrozzino, i Fiorillo, Marco Liporace, Mario D’Aprile, Santino Stumbo, Vincenzo Spinelli, tutte persone che hanno dato a Belvedere, nel bene e nel male, ma che con la politica hanno mostrato di essere come l’asino di Buridano. Che alla fine, indeciso tra l’acqua e il fieno, muore.
Antonello Troya
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