Dopo avere invitato gli avversari politici a lasciare Belvedere, neanche fossimo nella Toscana guelfa e ghibellina, il Sindaco continua a collezionare un errore dopo l’altro:
* interrompe il rapporto di collaborazione con l’ing. Rosignuolo che pure era stato proficuo: milioni di euro ottenuti per la realizzazione di importanti opere pubbliche.
* Nomina, con decreto sindacale, prima ancora di avere prestato giuramento, un altro responsabile dell’Ufficio tecnico, residente a Cetraro (è solo una coincidenza?), come se mancassero a Belvedere ingegneri o architetti capaci.
* Conferisce deleghe ai consiglieri comunali in materie che esulano dalle loro funzioni.
* Attribuisce deleghe assessorili confuse e contraddittorie (si possono delegare, al Centro storico, due diversi assessori? Si può delegare un assessore al PSC e un altro all’Urbanistica? Si possono delegare, agli eventi culturali e alla cultura, due diversi assessori? Si cade nel ridicolo, poi, quando tre diversi assessori sono delegati agli eventi, distinti in storicizzati, nuovi e grandi). Le contorsioni linguistiche del Sindaco rivelano la difficoltà di conciliare aspettative e aspirazioni conflittuali: non è un mistero che la questione del Vicesindacato ha provocato più di una fibrillazione.
* Manifesta insofferenza anche nei confronti di chi si limita a segnalare criticità.
* Il Sindaco, non pago di attribuire deleghe e conferire incarichi, si sobbarca anche l’onere di distinguere la minoranza buona da quella cattiva.
È ancora presto per esprimere giudizi, non c’è dubbio.
Ma se il buongiorno si vede dal mattino, non c’è da stare allegri.
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