Saranno i fatti a chiarire cosa sia accaduto al gruppo degli Ucraini che da dieci giorni circa ha lasciato Belvedere e raggiunto Cosenza e ospitati in una casa di accoglienza per rifugiati di guerra. Si tratta di cinque famiglie e dei loro figli (circa dieci) che avevano trovato accoglienza presso la Casa di Cura Spinelli. Attorno alla loro presenza si era detto tutto e il contrario di tutto: dalla ospitalità dovuta perché persone che scappavano da una terra occupata, sino a protagonisti della passata campagna elettorale.
Una di loro, appena giunta a Cosenza, ha deciso di raccontare la propria storia. Sembra abbia manifestato alcune perplessità sui modi che hanno accompagnato i loro spostamenti verso “L’Arca” di Cosenza, addirittura cacciati dai titolari e senza una bottiglietta d’acqua. Dal canto suo la struttura belvederese avrebbe garantito dapprima la permanenza e poi il trasferimento, facendosi firmare una liberatoria come tutela per qualsiasi controversia futura. Una decisione, quella di spostarli, probabilmente dovuta alle difficoltà legate al loro mantenimento. Tanti problemi sono infatti legati alla loro presenza: dalla lingua al sostentamento. Ad ogni modo una di loro, una mamma con il proprio figlio, è rimasta a Belvedere accolta da un ristorante dove presterà servizio.
Antonello Troya
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