Ugo Vetere ce l’ha fatta. Un’altra volta. E se ci fossero elezioni, amministrative o di qualche ente sovracomunale e si candidasse, avrebbe la vittoria in tasca. Tutti tifano Ugo Vetere. Con quella faccia da simpaticone, al primo approccio capisci subito che ti sta prendendo in giro. Ma lo fa con la consapevolezza di saperlo fare. È un modo come un altro per aggiungere potere a quello che già possiede. Ed è tanto. Eh si… perché il caro Ugo, dopo la presidenza del Patto territoriale (ente inutile se non indirizzato a sprecare quattrini e a dare forma all’aviosuperficie di Scalea che va bene solo per i droni e per i go kart), ha pensato bene di farsi riconfermare anche alla guida del Gal “Riviera dei cedri”, altro ente inutile se non per i soldi dati agli “amici degli amici”. Ha avuto la strada spianata, il sindaco di Santa Maria del Cedro: non ha fatto candidare al Gal il suo successore alla guida di Santa Maria del cedro, Mauro Limongi e ha fatto fuori i candidati che avrebbero potuto mettere in discussione la sua leadership: quelli di Diamante e Belvedere. Tutto organizzato nei minimi dettagli. Come nelle migliori famiglie. Altro che candidature con De Magistris o le critiche al centrodestra. Vetere ha messo le mani su quell’ente sub regionale che fa gola a tutti. Soprattutto per i soldi che arrivano. E quale occasione migliore per mettere alla porta dal Cda i rappresentanti di Belvedere e Diamante e qualche rappresentante della quota privata. Così rimangono fuori il consigliere nazionale delle Pro Loco Antonello Grosso La Valle e il consigliere comunale appena eletto, Francesco Renda. Fuori anche l’uscente Vincenzo Cristofaro. Dalla sua solo Carlo Gaglianone, presente nella quota privata e fedelissimo a Vetere. Ha messo le pedine giuste al posto giusto. Ma è anche la dichiarazione di guerranei confronti di Vincenzo Cascini e Ernesto Magorno. Il sindaco di Diamante avrebbe dovuto sostenere i candidati di Belvedere. Avrebbe dovuto … appunto, ma sapeva bene cosa sarebbe accaduto e si è chiamato fuori appoggiando Vetere. Lasciare fuori dal Cda due paesi con quasi ventimila abitanti e un territorio agricolo tra i più vasti della costa è rischioso, ma Vetere, nel mentre critica la giunta Occhiuto fa le carte false per legarsi con Gianluca Galloche, guarda un po’, è assessore regionale all’agricoltura.
E gli altri comuni? Tutti felici e contenti. Nella quota pubblica del Cda sindaci dei comuni pedemontani, pronti a vedersi sommergere di soldi e finanziamenti. Gli altri annasperanno. Sino a quando nel 2023, Vetere si candiderà alla Camera o al Senato. E in quel momento i soldi arriveranno a fiumi. C’è da scommetterci.
Antonello Troya
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