“Non ci meraviglia affatto come Iacchitè riesca a far veicolare la menzogna, le bugie e la cattiveria a spese di padri di famiglia che vogliono solo portare il pane a casa. Che Iacchitè viva sulle segnalazioni di suggeritori “da malapolitica” è cosa saputa, diventandone poi complice. E anche stavolta Iacchitè finisce per fare la magra figura di chi si lascia trasportare verso falsi scoop e finti sensazionalismi”. Cos’ il sindaco di Belvedere, Vincenzo Cascini, in merito ad alcuni articoli apparsi sul sito Iacchitè. Iacchitè, scrive Cascini, tira in ballo un professionista che nulla ha da spartire con questa amministrazione: nessun incarico, nessun emolumento: “Stavolta siete caduti nella vostra stessa trappola. Il suggeritore mostra di non avere le idee chiare e spara nel mucchio, sperando di colpire qualcosa. In questo modo è facile per tutti. Iacchitè e i suoi suggeritori si dilettano nel fare pettegolezzo, nell’ascoltare gli assoli di chi ha marciato (e anche per parecchio tempo) nella gestione del potere clientelare, diventandone, suo malgrado, inconsapevole complice. Mi trovi, il caro estensore dell’articolo (a proposito vorremmo vedere la firma e con chi almeno intrattenere un confronto) una minima forma di clientelismo o favori nei confronti di chicchessia. Iacchitè ha preso per buone le informazioni che davano questo o quel imprenditore “vicino” a questo o a quel assessore, sindaco o consigliere. A parte le amicizie che intercorrono nei piccoli paesi, ma quando gli incarichi e i successivi impegni di spesa vengono fatti (ricordiamolo dagli uffici preposti) seguendo le regole e gli iter procedurali, ci spieghi il caro estensore dell’articolo e il suo suggeritore, dove sta il grave danno ? Prendersela con padri di famiglia che lavorano per portare a casa un tozzo di pane – swcrive in ultimo Cascini – sa tanto di cattivo gusto e di spregevole. Come cattiva e spregevole è la rivalsa verso chi ha vinto democraticamente le elezioni e che ha messo fine ad un sistema malato. Dove era a quei tempi, Iacchitè? Dove era il suggeritore? Forse a gustarsi qualche ricco piatto condito di incarichi e prebende, cui io ho messo la parola fine. In ultimo vorrei ricordare all’editore di Iacchitè che io non mi fregio del titolo di “don Cascini”. Parafrasando Totò: “Don Vincenzo si nasce. Ed io modestamente lo nacqui
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