I medici che arriveranno a breve in Calabria a sopperire le mancanze del personale negli ospedali calabresi sono abilitati a lavorare in Italia? Se lo chiedono in tanti, ma soprattutto il Presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza e i sindacati di categoria. Non esiste in Calabria, fanno presente, uno stato di emergenza sanitaria e, dunque, ogni assunzione a tempo determinato o indeterminato di professionisti stranieri deve seguire delle regole ben precise.
A seguire anche il dubbio se le lauree cubane siano riconosciute o meno in Italia e se abilitati ad operare.
La Regione ha deciso di sottoscrivere un patto con la Csmc (Comercializadora de Servicios Médicos Cubanos), partendo dal fabbisogno di personale registrato dalle Aziende sanitarie e dalle unità di servizio. Per ogni medico, la Regione Calabria corrisponderà a Csmc un gettone da 3.500 euro al mese, compenso che sarà pagato ogni trimestre. Per via dell’embargo degli Stati Uniti nei confronti di Cuba in nessun caso verranno effettuati bonifici in dollari statunitensi, né verranno utilizzate banche statunitensi con sede o meno negli Stati Uniti. Sempre per restare sul piano dei costi, la Regione corrisponderà “a ciascun operatore sanitario che presterà servizio presso le Aziende sanitarie nazionali l’importo forfettario netto mensile di 1.200 euro, a copertura delle spese di mantenimento” e si farà carico di due viaggi Italia-Cuba, andata/ritorno, all’anno. Ogni medico cubano, dice Occhiuto, “costerà 4.700 euro al mese, si consideri che la spesa aziendale per ciascun medico italiano è di 6.700 euro”. Se si dovesse arrivare a utilizzare effettivamente 497 medici cubani l’esborso sarebbe di oltre 2,3 milioni di euro al mese ( in teoria, circa 28 milioni all’anno, sempre nell’ipotesi di un utilizzo a pieno organico).
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