Sarà un’indagine a capire se si è trattato di mobbing e quindi di ingiusto licenziamento quanto accaduto nei mesi scorsi alla casa di cura “Tirrenia hospital” di Belvedere Marittimo. Almeno è quanto ha dichiarato uno degli avvocati dei quattro licenziati che un bel giorno si sono visti recapitare la lettera del benservito con tanto di ringraziamento per il lavoro svolto, ma senza ancora affrontare il discorso del trattamento di fine rapporto. Ma andiamo per ordine.
Chi ha avuto il coraggio di segnalare alla stampa quanto accaduto alla casa di cura privata belvederese è Filippo Perrone, attualmente consigliere comunale nell’attuale maggioranza, dipendente licenziato per esubero del personale (o almeno quanto dicono loro). In cinque di loro hanno dovuto fare la valigia e lasciare il posto, nove le unità in esubero.
Per i licenziati si era aperta la prospettiva di un contratto di solidarietà ma il no dei sindacati aveva bloccato tutto. In quattro hanno accettato il part-time, passando da 36 ore settimanali a 18. Di esubero se n’è parlato proprio in fase di licenziamento, guarda caso proprio quando si è registrato l’aumento del budget, passando da annuale a triennale. Ma ciò che lascia perplessi è che il fitto d’azienda prevedeva, tra l’altro, il mantenimento di posti di lavoro a tutela degli stessi dipendenti. Insomma una azienda solida e che si è ritagliata un suo spazio all’interno della sanità d’intervento. Perrone promette battaglia. Come i suoi legali, Egidio Rogati e Eugenio Greco, che sono i primi a sollevare anche la questione di mobbing.
Antonello Troya
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